Delitto Aldo Moro, il boss Cutolo rivela ai magistrati: “Potevo salvarlo ma fui fermato dai politici che mi dissero di non intromettermi”.
ROMA – Rivelazioni importanti sulla morte di Aldo Moro. Secondo quanto riportato da Il Mattino, il boss Raffaele Cutolo in un interrogatorio che risale ad ottobre 2016 ha fatto alcune dichiarazioni che aprono dei nuovi dubbi sul delitto del giudice.
“Potevo salvare Aldo Moro – ha sottolineato il camorrista – ma sono stato fermato. Ho aiutato in precedenza l’assessore Cirillo e potevo fare lo stesso con la statista ma i politici mi hanno detto di non intromettermi“. Parole shock che aprono a scenari impensabili sulla morte del giurista avvenuta nel 1978. Le dichiarazioni sono stati fatti ormai tre anni fa anche se l’indagine sulla vicenda è ancora aperta.
Delitto Aldo Moro, la rivelazione shock di Cutolo che apre a scenari impensabili
L’interrogatorio risale ormai a tre anni fa con i giudici che hanno voluto ascoltare il boss Cutolo nel carcere di Parma. “Per Ciro Cirillo – sottolinea – si sono mossi tutti per Aldo Moro nessuno. Per lui i politici mi hanno detto di fermarmi perché non interessava“. Dichiarazioni che potrebbero aprire a scenari molto importanti. Il camorrista, inoltre, ha svelato anche il mancato coinvolgimento nella trattativa per liberare lo statista. “Essendo un latitante – spiega – Cossiga si è rifiutato di incontrarmi“.
In questo lungo interrogatorio Cutolo ha anche dato due versioni diverse tra loro sui mediatori che sono scesi in campo per chiedergli di salvare la vita a Moro. Durante un’interrogatorio con pm di Napoli ha parlato di Michelino Senese mentre ai giudici romani ha dato il profilo di Nicolino Selis.
Le indagini su questa vicenda continuano con le parole del boss camorristico che potrebbero portare a delle ipotesi finora mai realmente considerate. C’è la politica dietro la morte di Aldo Moro?
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